Dove si sente il senso di vuoto, davanti al muro dell'inutilità e nell'artificialità del linguaggio, unico habitat umano, procede un ricco imprenditore in gita alla sua fattoria sui monti, dimenticata da tempo.
La forza del non ascoltare e del non sentire, unita all'autoesaltazione, lo rendono degno e fiero, arrogante, potente, impavido. Alla fattoria incontrerà alcune persone indefinite (spettri? demoni? creature vive?), che assalteranno la fortezza delle sue sicurezze, scuotendone le fondamenta, bruciandone i contrafforti. Ma non c'è niente, in fondo, che guidi o diriga la storia, neppure il tempo.

Il linguaggio può essere utilizzato per comunicare ma anche per ingannare. Gorgia insegna ai suoi discepoli a difendere Elena, utilizzando le parole per scardinare luoghi comuni e preconcetti, per smontare ciò che il linguaggio stesso ha costruito fissando ciò che non si può fissare. Così Karl ed Enzo, apprendisti costruttori di parole, diventano lame affilate, retori tagliagole. E Simonide, poeta che scruta i cieli, annuncia che bene e virtù non stanno sulla terra e non appartengono agli uomini, ma abitano su vette inaccessibili, divine. Ian si arrende e sta nel male, accetta la debolezza umana e rinuncia a guardare dove non è possibile penetrare con lo sguardo. Alice e Robert sono i paladini della Natura, i capi della banda che uccidono il ricco e il denaro, il capitalismo e il lavoro, soldati comandanti di un esercito il cui vero promotore, l'idea di Natura, non si vede né parla: è l'ennesimo Dio che chiede fede cieca e assoluta.

Un'orda di parole, opinioni, certezze, il flusso di un linguaggio che, nella sua complessità e volontà di chiarire, non fa altro che complicare, lasciando nel caos solo un rumore, un suono o frastuono, una musica.

Gli altri umani non sanno o non possono usare il linguaggio: sono Renato, il fattore semianalfabeta, Ombretta, che ha perduto il senno, Stefano, l'autista sordomuto, creature che vivono nell'isolamento naturale.

Il mondo artificiale, dove l'uomo sta, è il linguaggio, un'illusione di realtà.

giovedì 13 maggio 2010



Nessun commento:

Posta un commento